Produzioni Cinematografiche



Produzione Cinematografica
Anno 2012
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Progetto di Cinema Civile 
PER NON MORIRE di PARTO







Prima parte

Produzione del Cortometraggio Dove il silenzio fa molto rumore, scritto e diretto da Rina La Gioia, per promuovere la cultura dei diritti nel settore dell’informazione e della comunicazione, con particolare riferimento al diritto alla salute, alla vita, per le donne, nonché alla tematica legata alle mortalità per parto.









Attore Protagonista del Cortometraggio

DOVE IL SILENZIO
FA MOLTO RUMORE
di Rina La Gioia


LANDO
BUZZANCA


Tra le sue recenti interpretazioni

█  Il volto del principe Giacomo nel film
I VICERÈ
diretto da  Roberto Faenza
 2007

█  Il volto del Commissario Vivaldi nella Fiction
IO E MIO FIGLIO
diretto da Luciano Odorisi
RAI Uno 2009

█  Il volto del governatore Bernardo Tanlongo nella fiction
  LO SACANDALO DELLA BANCA ROMANA
diretto da Stefano Reali
RAI Uno 2010

Il volto del Restauratore Basilio nella Fiction
IL RESTAURATORE
Diretto da Giorgio Capitani
RAI Uno  -  2012

Il volto del Generale Alfredo Malagridas nella Fiction
TERRA RIBELLE
 Diretto da Ambrogio Lo Giudice
8 puntate su RAI Uno - Ottobre / Novembre 2012



Tra i suoi recenti premi

█ PREMIO ALLA CARRIERA
nell’ambito del 15° Festival del CABARET
Martina franca (TA) 2011

█ PREMIO ALLA CARRIERA
Dal Presidente Napolitano
Roma Novembre 2011      


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Sinossi


   Costanzo, a seguito della morte di sua moglie, si
   ritrova nel duplice ruolo di padre e madre.
   Sopravvive, dedicandosi a sua figlia Daniela,con
   l’intento di dirle un giorno la verità sulla sua
   sua morte. Ma questa verità tarda ad esplodere,
   finché un giorno…
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Breve commento del regista Rina La Gioia
sul film Dove il silenzio fa molto rumore     
                                                                                            
La chiave di lettura del mio film, in un gioco di termini contraddittori, e precisamente in un ossimoro, per raccontare una realtà, con le sue luci e le sue ombre: la storia di un uomo che, a seguito della morte di sua moglie, dando alla luce una bambina, si ritrova nel duplice ruolo di padre e madre, e che riesce a sopravvivere solo grazie a sua figlia. Vive nell’incubo di svelare la verità sulla morte di sua madre, finché, un giorno…ma la storia si ferma qui. Per conoscere il seguito, invito a vedere il film…..
Come nasce questo film? Da uno stupore molto amaro….
Si evince dalle cronache che, ancora oggi, le morti per parto non accennano a diminuire. Si evince dalle cronache che oggi, nel mondo, ogni 90 secondi, una donna muore di parto.
É difficile rimanere indifferenti….
E allora, perché non richiamare l’attenzione su di un problema bruciante e complesso come quello della mortalità per parto. Così nascono parole e metafore, per raccontare una storia, che sfiora con levità ma responsabilità, l’argomento, in una forma credo, leggera e mi auguro anche efficace. L’intento?...rendere pubblica un problematica sociale che potrebbe riguardarci; escludendo qualsiasi tipo di accusa, ma denunciando solo fatti reali, che non si possono ignorare. La finalità?... è quello di far acquisire in primis, agli sprovveduti, la conoscenza del problema e possibilmente poter raggiungere quello status psicologico che ci potrebbe spingere verso l’analisi dello stesso.
Il mio film è nato con l’intento di diventare  un progetto cinematografico di impegno civile, che mi è piaciuto denominare Per non morire di parto. Un progetto che si prefigge di superare la proiezione dello stesso, fine a se stessa, ma che intende promuovere degli Eventi, no-stop, con incontri mirati a seguito delle fruizioni, tra relatori qualificati e pubblico in sala. Credo che possa essere un modo possibile per promuovere dialogo e riflessione, e questa tematica merita grande attenzione. Fiduciosa di sensibilizzare…oserei definire, verso un’educazione alla cultura dei diritti umani?
Vorrei che fosse possibile, specie se l’attenzione è rivolta verso il diritto più importante: il diritto alla vita. 
                                                                                                                                                                  
                                                                                              Rina La Gioia  







Motivazioni



Le motivazioni nascono dalla domanda:
Le morti per parto sono legate a Cause naturali o Malasanità?

Per un Uomo civile, nasce spontanea la presa di coscienza su alcuni fatti di cronaca, legata alla mortalità delle donne a causa del parto. Un uomo civile, non può rimanere indifferente alla considerazione che in Italia, nell’anno 2010, si sono verificati diversi casi di mortalità per parto, situazione ovviamente inaccettabile, per cui, un Uomo civile, si domanda se è il caso di indagare a fondo, per individuare le eventuali responsabilità. Eventi tragici che hanno suscitato un fiume di domande. Citazione di alcune:

   La Maternità, è un lieto evento per tutte?
•   Si può dare la vita in solitudine e morire?
•   La mortalità delle donne, per cause legate al parto, non accenna a diminuire,  perché?
   Quali sono le cause che spesso determinano questi decessi: ignoranza, povertà,
     discriminazione, disinformazione?
  I paesi più poveri ne sono afflitti pesantemente per mancanza di assistenza, ma l’assistenza
     in  Italia…manca?
   Per ridurre il numero dei decessi, forse, basterebbe aumentare l’accesso ad un’assistenza   
     qualificata durante il parto e migliorare le cure ostetriche in caso di  urgenza?


Domande che non vogliono essere lette come accuse, ma come invito a volgere l’attenzione sul Caso, a riflessioni sul Caso e conseguente opportunità di agire sul Caso, ognuno a suo modo, ovvero, nel rispetto delle potenzialità di ognuno di noi. 

La Misenscène, intende utilizzare le proprie potenzialità, puntando sul Cinema, inteso come una vera e propria forma di arte sociale che ci pone al centro di un dialogo e di un confronto, e ci offre l’opportunità di assistere, riflettere, discutere, dibattere, ragionare. Spazio di raffronto e di discussione collettiva, punto di osservazione per cogliere e analizzare infiniti problemi e possibili riflessioni. Mezzo efficace di Comunicazione e Diffusione del pensiero dell’uomo, specie se, nelle vesti di impegno civile, rendendo pubbliche quelle problematiche sociali che possono riguardare i Diritti umani, tra cui il Diritto alla salute.

La finalità primaria è quella di puntare l’attenzione sul fenomeno delle morti per parto, senza la presunzione di poterlo risolvere, ma solo per offrire una possibilità di informazione sui fatti realmente accaduti, e favorire il dialogo sull’argomento, affinché, e soprattutto le Istituzioni e Operatori del Settore, possano affrontare la problematica con vera coscienza, per trovare una via d’uscita, nella prospettiva della garanzia del diritto alla salute come diritto umano,  quindi nel rispetto di un bene inestimabile, quale è la Vita.



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CREDITS




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Produzione Cinematografica
Anno 2010
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DACHAULIED
Canzone di Dachau






Liberamente ispirato ad una storia vera


La Musica, può lenire il dolore e suggerire una speranza di salvezza?...É quanto ha fatto intendere il compositore e musicista viennese HERBERT ZIPPER, con il suo motto “Finché c’è la musica, c’è anche la speranza”, diventato epitaffio sulla sua tomba.


Un flash back della vita di Herbert Zipper, nel 1938 e detenuto nei lager di Dachau, si rinnova in un ex campo di concentramento per internati ebrei e i perseguitati dal regime, chiamato Casa rossa, nei pressi di Alberobello, in Italia, dove incontra i suoi amici della Filarmonica di Monaco e li esorta a non soccombere  allo slogan Arbeit macht frei, ma ad interpretare lo stesso (Il lavoro rende liberi), in modo da riconquistare la loro dignità umana, lesa dalla violenza nazista. Riconoscendo alla Musica funzioni terapeutiche, induce i suoi compagni di “viaggio” a condividere il suo motto di salvezza Finché c’è la musica, c’è anche la speranza, sotto testo “non arrenderti mai”. Quindi, li sollecita a costruire rudimentali strumenti musicali, con materiale povero da cercare tra i rottami sparsi nei campi di concentramento; a Jura Soyfer, poeta e drammaturgo,gli affida il compito di comporre un testo, lasciando a se stesso la parte musicale. Nasce la Canzone di Dachau, memorizzando parole e musica, solo nella testa, durante i lavori nei campi, per non destare sospetti. Nasce una piccola orchestra clandestina diretta dallo stesso Zipper, che suona in latrine gelide e maleodoranti, nell’esigue tregue concesse.


Dachaulied divenne l’inno di resistenza antinazista e regalò una speranza a milioni e milioni di condannati a morte durante l’Olocausto.
                                    
                                                                                                                             Rina La Gioia